Tra Camporeale e Alcamo, dove i filari seguono il profilo dolce delle colline, sorge Tenuta Rapitalà. Qui, la natura non è solo paesaggio, ma un’alleata silenziosa che accompagna la nascita di vini capaci di raccontare la bellezza e la forza di questa terra. Su 176 ettari di vigneti, il sole siciliano incontra l’eleganza francese, dando vita ad un equilibrio perfetto.
Tutto è cominciato mettendo radici in una terra ferita, ma capace di accogliere un sogno.
È il 1968, il Conte Hugues Bernard de la Gatinais, ufficiale della marina francese nato a Saint-Malo, e sua moglie, la palermitana Gigi Guarrasi, camminano tra le rovine del terremoto della Valle del Belice. Dove altri vedono macerie, loro immaginano un nuovo inizio. Non è solo una ricostruzione, è un sogno che prende forma: portare in Sicilia una nuova visione della viticoltura, dove la tradizione locale si fonde con il savoir-faire francese.
Piantano le prime viti con la consapevolezza che la terra non si possiede, che la natura guida e l’uomo ascolta. Accanto ai vitigni autoctoni, trovano spazio le grandi varietà internazionali, che qui esprimono il loro carattere in modo inedito. Nasce così Tenuta Rapitalà, da allora ogni vino è una tappa del sogno iniziato oltre cinquant’anni fa e portato avanti oggi dall'enologo Silvio Centonze con la stessa dedizione e passione.
Classe 1973, compie i suoi studi in enologia e viticoltura tra Marsala, città d'origine, e Padova. Dal 1999 è responsabile enologico presso Tenuta Rapitalà. Grazie alla collaborazione diretta con il fondatore della cantina, ne ha compreso appieno la filosofia che trasmette quotidianamente nello stile dei vini Rapitalà, vini che mantengono sapori e profumi della terra di Sicilia, coniugati all’eleganza del savoir-faire francese.
Il Conte Bernard de la Gatinais e la moglie Gigi Guarrasi ricostruiscono la tenuta devastata dal terremoto del Belice, gettando le basi per una nuova viticoltura siciliana.
Il primo Chardonnay in purezza piantato in Sicilia: nasce il Conte Hugues; è l’inizio della rivoluzione enologica di Tenuta Rapitalà.
Il Cabernet Sauvignon incontra il Nero d’Avola: il risultato è Hugonis, il taglio bordolese della cantina, un vino che esprime l’unione perfetta tra due mondi.
Cielo d’Alcamo, una vendemmia tardiva che omaggia la grande tradizione francese del Sauternes.
Gaëlle, il Syrah in purezza che traccia il futuro della Collezione Giardino di Famiglia, espressione di una visione pionieristica e raffinata.
La forza del Mediterraneo si intreccia alla finezza francese, creando vini che parlano di una terra generosa, di mani esperte e di un sogno che continua a evolversi. Ogni suolo, ogni altitudine, ogni microclima suggerisce la sua espressione e noi la valorizziamo con rispetto. La nostra filosofia si rinnova fedele a questa idea e abbracciando la sostenibilità come una scelta: è il modo in cui esaltiamo il terroir e restituiamo alla terra ciò che ci regala.
Un mosaico di vigneti, dove ogni filare è il frutto di un legame profondo tra uomo e natura.
Derivato dall’arabo Rabat-Allah, “giardino di Allah”, evoca la fertilità di queste terre, colline da sempre vocate alla viticoltura. Un mosaico di vigneti, dove ogni filare è il frutto di un legame profondo tra uomo e natura, tradotta in una cultura del vino che abbraccia il paesaggio e lo rispetta. Oggi, Tenuta Rapitalà è una delle realtà più riconosciute del panorama vitivinicolo siciliano, un luogo dove il passato e il futuro si incontrano in un racconto che continua a evolversi, vendemmia dopo vendemmia.